Disturbo del Sonno
Il sonno e il dormire sono uno dei temi che stanno maggiormente a cuore ai genitori e neogenitori.
Una delle prime domande rivolte alle neomamme, solitamente è: "il tuo dorme tutta la notte?". La risposta è quasi sempre negativa.
Perchè? Qual è il problema? Cosa possiamo fare per intervenire?
I bambini imparano a dormire: si tratta di un processo in via di sviluppo, dove interagiscono temperamento del bambino e risposte dei genitori.
Ci troviamo di fronte ad un bambino che soffre di Disturbo del Sonno quando la difficoltà ad addormentarsi o i risvegli notturni sono molteplici. L'incapacità del bambino di riaddormentarsi da solo rappresenta l'insorgere di un disturbo del sonno.
Le conseguenze di un disturbo del sonno non risolto possono essere:
- affaticamento diurno
- deficit di crescita
- disturbi dell'attenzione
- disturbi dell'apprendimento
- amnesie
Le terapie farmacologiche non risolvono il disturbo, ma ne alleviano i sintomi. Il bambino e la sua famiglia vanno aiutati a "riapproriarsi" della notte, e del sonno.
Disturbi dell'Apprendimento
I DSA riguardano la diffioltà nell'acquisizione e nell'utilizzo dei requisiti necessari per la lettura, il calcolo, la scrittura e la comprensione, in bambini in cui NON è presente un deficit intellettivo.
Si tratta di problematiche specifiche, ovvero esse intressano un circoscritto dominio di abilità necessarie per l'apprendimento: il funzionamento intellettivo resta intalterato. Per una diagnosi di DSA il bambino non deve resentare deficit intellettivo, nè problematiche ambientali o psicologiche, nè tantomeno deficit sensoriali o neurologici. Il DSA colpisce tra il 2,5% e il 3,5% della popolazione scolastica (ISS, 2011).
- La Dislessia: il bambino ha difficoltà nel riconoscere le lettere dell’alfabeto, a fissare la corrispondenza fra segni grafici e suoni e ad automatizzare tale processo di conversione.
- La Disortografia: bambino presenta una difficoltà nell’applicare le regole di conversione dal suono alla parola scritta e quindi a riconoscere i suoni che compongono la parola, a individuare le regolarità o irregolarità ortografiche e ad individuare il corretto ordine con cui questi elementi si compongono.
- La Disgrafia: il bambino può presentare una cattiva impugnatura della penna, poca capacità di utilizzare lo spazio nel foglio, difficoltà nel produrre forme geometriche e nella copia di immagini, alternanza tra macro e micrografia.
- La Discalculia: il bambino può presentare difficoltà nella cognizione numerica, nelle procedure esecutive (lettura, scrittura, messa in colonna dei numeri) e di calcolo.
La diagnosi va fatta, su indicazione del pediatra, dall'Ulss di appartenenza (Servizio di Neuropsichiatria Intantile) o nei centri convenzionati con l'Ulss. Non è possibile una diagnosi definitiva prima della fine della Seconda Elementare (per la componente lettura e scrittura) e della Terza Elementare (per la componente del calcolo).
Nel 25-50% dei casi, i DSA si associano ad altri disturbi emotivi e comportamentali: deficit di attenzione e iperattività; il disturbo oppositivo-provocatorio; i disturbi della condotta; il disturbo depressivo; i disturbi di ansia. Questi sono i campi di intervento dei professionisti del nostro studio, ovvero i disturbi emotivi e comportamentali che possono subentrare successivamente o in concomitanza con un DSA. Per la riabilitazione, invece, ci affidiamo ad educatori e psicologi cognitivo comportamentali di nostra fiducia.
Riteniamo fondamentale anche accompagnare i genitori a districarsi nel difficile percorso neuropsichiatrico, e non, spesso aiutando a miglirare la comunicazione scuola famiglia (BES, POF, PEI, Sostegno, legge 104, legge 170..)
Paure e Fobie
Durante lo sviluppo, i nostri bambini vivono diverse fasi e diversi momenti di paura, che cambiano e si evolvono con la crescita.
La prima paura è legata alla perdita del contatto fisico, per poi passare alla paura dell'estraneo (8 mesi), fino alla paura della separazione, la paura dell'annientamento, la paura della morte e così via.
Sono fasi naturali ed evolutive, ma in alcuni casi si possono cristallizzare dei sintomi che non permettono di vivere serenamente la propria vita, e quella di chi ci sta attorno.
Dopo gli incontri conoscitivi con la coppia genitoriale, e la valutazione del bambino, è possibile, attraverso un percorso psicoterapico con il bambino, andare ad elaborare le paure e le fobie che portano a sintomatologie regressive diverse, fino alla completa risoluzione delle stesse.
Depressione
Nonostante sembri impossibile, anche i bambini, che sono pura vita, possono vivere momenti o esperienze depressivi.
Si tratta di quei bambini estremamente compiacenti, che arrivano all'ubbidienza automatica senza tentare mai alcun comportamento oppositivo (naturale di fronte al limite posto dall'adulto).
Si tratta di bambini che hanno rinunciato agli istinti, non protestano, ma perdono piano piano il loro istinto di sopravvivenza.
Da adolescenti potranno diventare dei ribelli, passando dal lutto alla distruttività aggressiva.
Oltre al lavoro terapeutico con il minore, è fortemente consigliato il lavoro psicoterapeutico con i genitori, per poter interrompere lo svuotamento dell'autostima che avviene nel bambino.
Perdita e Lutto
Il bambino che vive un lutto importante, come ad esempio un adulto di riferimento, perde momentaneamente la propria percezione di Sè.
Vivrà delle importanti regressioni, perchè assieme alla persona deceduta, il bambino perde quelle parti di se stesso coinvolte e sperimentate nella relazione con chi non c'è più.
Il lavoro del lutto è molto denso e doloroso, ma con la presenza del terapeuta, formato in questo campo così delicato, è possibile avvicinarsi alla morte senza perdersi.
Il lavoro terapeutico è rivolto a quei bambini che hanno subito lutti improvvisi, violenti, ma anche ai bambini che stanno vivendo (o hanno vissuto) la lunga assenza di un genitore per malattia, o l'aggravarsi di una malattia senza speranza dell'adulto di riferimento.
Attraverso il gioco, il disegno e la narrazione, il bambino potrà elaborare i nodi inconsci che lo attanagliano, quali il senso di abbandono, la rabbia, la paura e la perdita di parti di sè.
Ansia
L'ansia non è solo un problema degli adulti, ma rientra anche nella vita dei bambini.
Si tratta di uno stato di tensione interna rispetto ad un oggetto della realtà, vissuto come pericoloso.
Si differenzia dall'angoscia in quanto quest'ultima è una tensione interna ma senza oggetto.
La paura, invece, è prodotta da ansie del passato: si tratta di una mdalità difensiva che serve al bambino (e all'adulto) er difendersi dalle angosce interne.
Molto spesso i bambini ansiosi temono la scuola, i luoghi di ritrovo, si attaccano fortemente al genitore, arrivano addirittura a crisi di pianto o violente.
Quando il bambino ansioso trova un luogo calmo, fermo e sicuro, con un adulto capace di non spaventarsi di fronte alle sue angosce profonde, impara da un lato a gestire l'ansia, ma dall'altro riesce ad elaborare la fonte di ansia, fino a diminuirne fortemente l'intensità.
La collaborazione scuola - famiglia molto spesso si dimostra un tassello fondamentale per la buona riuscita del percorso terapeutico.
Movimenti Ticcosi e Balbuzie
Durante la crescita possiamo notare dei movimenti ticcosi nei nostri bambini: si tratta di contrazioni muscolari detti "spasmi" molto rapidi e ripetuti.
Improvvisamente il bambino non controlla più allcne parti del corpo (viso, mani, braccia, gambe, piedi): questo avviene maggiormente nelle situazioni di stress o di pressione.
Se il bambino viene invitato a pensare, a fermarsi, a volte riesce a controllare il tic, ma la fatica è molto alta.
Esistono tic transitori (occhi, collo, volto, spalle e braccia) oppure cronici (associati a balbuzie, dsa, difficoltà di attenzione).
Il lavoro terapeutico in questi casi coinvolge l'intera famiglia: sedute individuali con il bambino e sedute con la coppia genitoriale, al fine di individuare le cause interne del disturbo, per smantellarle.
La balbuzie colpisce l'1% della popolazione. Si tratta della ripetizione di suoni o sillabe, di esclamazioni incontrollate, blocchi nel discorso o nella parola. Le parole spesso vengono emesse con eccessiva tensione fisica, oppure vengono ripetute interi monosillabi.
La psicoterapia in questo caso si affianca al lavoro logopedico per incrementare l'autostima e la sicurezza dei bambini, per far diminuire l'ansia e superare la depressione che può insorgere a causa delle prese in giro.
Disturbi dell'Alimentazione
A volte i bambini possono manifestare il loro malessere attraverso difficoltà e disturbi alimentari che ad un occhio meno attento possono apparire capricci o bizzarrie.
Si tratta spesso di qualcosa di transitorio, ma non sempre è così.
Fondamentale è capire se si tratti di una fase normale dello sviluppo oppure sia sintomo di altro.
Il cibo e l'alimentazione rappresentano uno dei bisogni fondamentali delle persone. Per i bambini diventano una forma comunicativa, quando si interrompono o cambiano o diventano poblematici.
Esistono diverse patologie legate all'alimentazione:
1. Alimentazione restrittiva: scarso appetito, interesse assente per il cibo.
2. Alimentazione selettiva: verso i 4 - 6 anni esiste una fase naturale di sviluppo in cui compaiono temporanee manie per il cibo (colore, non mischiare tra loro i cibi, ecc). Ma se queste manie persistono, siamo di fronte ad un disturbo da alimentazione selettiva.
3. Fobia del cibo: paura ed evitamento del cibo, o di particolari alimenti, fino alla paura ed evitamento della deglutizione.
4. Ruminazione: riguarda il rigurgitare e masticare nuovamente il cibo, in assenza di reflusso.
5. Pica: consiste nell'ingoiare sostanze di qualunque genere, non commestibili, dopo il primo anno di vita.
6. Sindrome da rifiuto pervasivo: il bambino si rifiuta di mangiare o bere, per un lungo periodo. Questo comportamento può avere conseguenze letali.
Controllo Sfinterico
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Disturbo Oppositivo Provocatorio
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Disturbi dell'Umore
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Abuso e Maltrattamento
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